Ettore Rosselli
"Più tardi mentre il volto resiste sempre nuovo rumore di caduta secco stavolta. Rafforzata nello stesso tempo l'illusione d'un inizio di sprofondamento generale. Qui un gran balzo nel poco che resta di avvenire... E verrà dunque esalato il sospiro fosse anche solo questo. Sospiro che andrà gonfiandosi fino a che spazzerà via tutto... Quindi votato prima d'essere a non essere mai stato altro che questo. Sospiro della fine. Di sollievo." Samuel Beckett "Mal visto mal detto" 1981
sabato, luglio 06, 2024
giovedì, aprile 13, 2023
Venerdì sera, le sette e mezzo. Oggi pomeriggio ho guardato alcune stampe giapponesi con Glassner. Mi sono resa conto che è così che voglio scrivere: con altrettanto spazio intorno a poche parole. Troppe parole mi danno fastidio. Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono solo per coprirlo e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto. Come in quell'illustrazione con un ramo fiorito nell'angolo in basso: poche, tenere pennellate - ma che resa dei minimi dettagli - e il grande spazio tutt'intorno, non un vuoto, ma uno spazio che si potrebbe piuttosto definire ricco d'anima. Io detesto gli accumuli di parole. In fondo, ce ne vogliono così poche per dir quelle quattro cose che veramente contano nella vita. Se mai scriverò - e chissà poi
che cosa? -, mi piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto. E sarà più difficile rappresentare e dare un anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra parole e silenzio - il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme. E in ogni novella, o altro che sia, lo sfondo muto dovrà avere un suo colore e un suo contenuto, come capita appunto in quelle stampe giapponesi. Non sarà un silenzio vago e inafferrabile ma avrà i suoi contorni i suoi angoli la sua forma: e dunque le parole dovranno servire soltanto a dare al silenzio la sua forma e i suoi contorni, e ciascuna di loro sarà come una piccola pietra miliare, o come un piccolo rilievo, lungo strade piane e senza fine o ai margini di vaste pianure. È buffo: potrei riempire dei volumi su come vorrei scrivere, ma può darsi benissimo che a parte le ricette io non scriverò mai nulla. Però le stampe giapponesi mi hanno fatto capire a che cosa io aspiri, e mi piacerebbe camminare una volta attraverso paesaggi giapponesi, per capirlo ancor meglio. Del resto credo che un viaggio in Oriente lo farò in futuro - per trovare in quei luoghi, vissute ogni giorno, quelle cose in cui qui ci si sente soli, in dissonanza.
Etty Hillesum
Diario 1941 - 1943
A cura di J. G. Gaarlandt
Traduzione di Chiara Passanti
Adelphi Edizioni, Milano 1996
Pag. 116 - 117
martedì, aprile 11, 2023
giovedì, aprile 06, 2023
mercoledì, aprile 05, 2023
lunedì, aprile 03, 2023
lunedì, ottobre 03, 2022
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