giovedì, giugno 26, 2025

Nigredo cm.106x76x2 20












Ophélia cm.192x118x3 tecnica mista su tela 2025

 


Albedo cm.85x74x2,7 legno, metallo, sale 2025




Grande sole nero cm.215x200 tessuto sintetico su tela 2025




Sole nero cm.65x42,5x2 olio su legno 2025

 









Sole bianco cm.56x56x4 legno, tempera, cotone idrofilo 2025


 

Attaccapanni cm.83x88x15,5. legno, metallo. 2025

 


Spazzole cm.42x65x9 legno, setole, metallo 2025







 

Nigredo1 cm.30x30,5x17,5 legno, carta, pigmenti 2025



giovedì, aprile 13, 2023

 Venerdì sera, le sette e mezzo. Oggi pomeriggio ho guardato alcune stampe giapponesi con Glassner. Mi sono resa conto che è così che voglio scrivere: con altrettanto spazio intorno a poche parole. Troppe parole mi danno fastidio. Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono solo per coprirlo e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto. Come in quell'illustrazione con un ramo fiorito nell'angolo in basso: poche, tenere pennellate - ma che resa dei minimi dettagli - e il grande spazio tutt'intorno, non un vuoto, ma uno spazio che si potrebbe piuttosto definire ricco d'anima. Io detesto gli accumuli di parole. In fondo, ce ne vogliono così poche per dir quelle quattro cose che veramente contano nella vita. Se mai scriverò - e chissà poi 
che cosa? -, mi piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto. E sarà più difficile rappresentare e dare un anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra parole e silenzio - il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme. E in ogni novella, o altro che sia, lo sfondo muto dovrà avere un suo colore e un suo contenuto, come capita appunto in quelle stampe giapponesi. Non sarà un silenzio vago e inafferrabile ma avrà i suoi contorni i suoi angoli la sua forma: e dunque le parole dovranno servire soltanto a dare al silenzio la sua forma e i suoi contorni, e ciascuna di loro sarà come una piccola pietra miliare, o come un piccolo rilievo, lungo strade piane e senza fine o ai margini di vaste pianure. È buffo: potrei riempire dei volumi su come vorrei scrivere, ma può darsi benissimo che a parte le ricette io non scriverò mai nulla. Però le stampe giapponesi mi hanno fatto capire a che cosa io aspiri, e mi piacerebbe camminare una volta attraverso paesaggi giapponesi, per capirlo ancor meglio. Del resto credo che un viaggio in Oriente lo farò in futuro - per trovare in quei luoghi, vissute ogni giorno, quelle cose in cui qui ci si sente soli, in dissonanza.
Etty Hillesum
Diario  1941 - 1943
A cura di J. G. Gaarlandt
Traduzione di Chiara Passanti
Adelphi Edizioni, Milano 1996
Pag. 116 - 117

IN-VISIBILE

 



 

N.1 cm.62x70x2,5 tecnica mista su tela 2023